lunedì 28 ottobre 2013

la stagione dei topinambur

nome scientifico "Helianthus tuberosus", che rivela subito la sua
 affinità con lo splendido girasole "Helianthus annuus", difatti le piante sono nel
 fusto e nelle foglie molto somiglianti, per differenziarsi nelle dimensioni del fiore.
questo ci rivela immediatamente che pur essendo un tubero, il topinambur
non ha niente in comune con la patata, che appartiene alla famiglia delle
Solanacee, in compagnia con pomodori, peperoni e melanzane (indubbia-
mente una famiglia allargata)
elegantemente conosciuto come Topinambur, ma nella versione più nostrana
come Ciapinabò, nel Regno Unito come "carciofo di Gerusalemme", nel
Polesine come "tartufo di canna", a dimostrare la grande diffusione di questo
tubero e la sua importanza nell'alimentazione, dopo essere stato introdotto
in Europa nel 1600, dapprima per l'alimentazione degli animali.
Poi  in tempi recenti relegato a ritornare sulle nostre tavole solo come
abbinamento per la "bagna cauda" un intingolo micidiale riservato ai
palati forti, assieme ad altre verdure.
Anche utilizzato in tempi più recenti in sostituzione dell'aglio, per la
preparazione di bagna cauda e pesto, per palati più delicati.
Ora ritornato ai grandi fasti grazie ad alcune sagre paesane, che lo
propongono dall'antipasto al dolce (bonet al topinambur) ed un liquore
chiamato coraggiosamente grappa (è chiaro che tutto questo succede in
Piemonte)
Elogio dunque al topinambur ed al suo grande ritorno
io sono una sostenitrice, ed ho dedicato alla sua coltivazione un angolo
del mio prato, con successo, anche se non ho il pollice verde, ma si
tratta di una pianta robusta, adatta anche a terreni poveri e freddi: mi
manca solamente la sua calda fioritura, poichè oltre i 1000 m. è
ritardata dalle temperature fredde di inizio autunno.
Speriamo in una prossima calda estate, ma non troverò tutti d'accordo.